Una risposta alle sentinelle in piedi

Giorni fa sono intervenuta in una conversazione a seguito di un articolo riguardo l’ennesima azione dimostrativa delle famigerate “Sentinelle in piedi” a Milano.
Perchè quando leggo abomini e si affrontano argomenti che mi toccano in prima persona star zitta non rientra nelle mie opzioni:

Queste persone sostengono di agire per “la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna”.
E come ogni volta che discuto su queste faccendo chiedo (e non ho mai ricevuto una risposta che non comprendesse insulti o ricorso ad una divinità che rispetto, ma che non dovrebbe entrare nelle leggi di uno Stato laico): esattamente, in che modo io e mia moglie minacceremmo la famiglia eterosessuale? sono monogama, non mi incatenerò a nessun altare per impedire il matrimonio di nessuno dei vostri amatissimi figli super-etero. In che modo negare a persone felicemente insieme i loro insindacabili diritti civili tutelerebbe la famiglia costituita da uomo e donna? A meno che ancora crediate che l’omosessualità sia una malattia (come il caro Taormina) dalla quale ci si possa curare per far ulteriormente proliferare la “normo-famiglia”, nel qual caso però, più che consigliarvi una dieta a base di pane e intelligenza e un buon corso di aggiornamento, alzerei davvero le mani (ah, e non temete: anche se l’omosessualità è una variante NATURALE della sessualità, siete comunque una maggioranza che attacca una minoranza, e, se questa fosse la vostra preoccupazione, non temete: la vostra estinzione, in quanto etero, è ben lontana!)
Oppure: queste beneamate “Sentinelle in piedi” sostengono, bontà loro, di difendere la libertà di opinione…ok, fatemi capire, quindi vorreste continuare a poterci dire “Lesbica (come se lesbica fosse un insulto, peraltro)/bisessuale di merda” “Frocio” “Checca” e via dicendo al pari di quanto desiderereste continuare a poter dire “Negro del cazzo” o “Sporco ebreo”, giusto? O vorreste poterci spintonare attaccare, fisicamente/verbalmente/PSICOLOGICAMENTE a vostro piacimento, vero? No, certo, voi non siete nè omofobi, nè razzisti, nè tantomeno violenti…volete solo poter dire che le vostre famiglie sono sacre mentre la mia è di serie B.
Ma, ho una notizia flash per voi: una legge che disincentivi le violenze di ogni tipo sulle persone omosessuali non vi impedirà mai di esprimere un parere contrastante (anche se personalmente lo considero becero) sul concetto di famiglia.
(Chi poi dice che protestate perchè è ridicolo che si debba ricorrere ad una legge per difendere qualcosa che a buon senso si dovrebbe rispettare…prima di tutto…che frangia delle Sentinelle frequenta? No perchè io ho sentito ben altro…secondariamente: d’accordissimo. Peccato che facciamo parte di una minoranza, ancora troppo spesso vessata e che, come è capitato in passato per altri tipi di minoranze, in uno stato come l’Italia, usare il deterrente della pena a norma di legge contro la violenza -dove istruzione e intelligenza non possono più nulla- sia uno dei pochi modi per vederla scemare).
Se faceste la cortesia di smetterla di nascondervi dietro ad un dito, fareste un favore a tutti e per primi a voi stessi.

Il silenzio

Ieri ho letto un articolo in cui compariva questa frase:

“(…)il silenzio non allevia la sofferenza o i problemi sociali, ma li alimenta.”

Alla sera, uscendo ho visto e conosciuto molte persone che, venute a sapere del mio recente matrimonio, entusiaste si congratulavano con me e Sara facendoci i complimenti per il coraggio (???) e il grande passo.
Non fraintendetemi, ho gradito tutte queste attenzioni e sono davvero convinta fossero sinceramente partecipi e che molte di queste persone (non considero gli amici, loro SO cosa pensano davvero) fossero genuinamente convinte che io e Sara stando assieme non facciamo “nulla di male”. Ma sono anche francamente un po’ stanca…

Basta, basta sentirmi dire “quel che importa è l’amore”! Perchè in molti casi l’amore non è AFFATTO sufficiente.

Sì, l’amore è importante, ma io voglio potere avere Sara al mio fianco nella malattia, voglio che possa essere legalmente madre dei miei figli.
Voglio quei diritti che per tanti sono scontati e per cui io, invece, devo lottare.

Il silenzio, il dire, “Dai accontentati” anche quando empatico NON È sufficiente: vederci lottare vicini, io/noi, private di alcuni diritti fondamentali, e voi che li avete senza doverveli sudare è ciò che sogno…